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Esther Filomena Veterano
Registrado: 03 Ene 2006 Mensajes: 2345
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Publicado:
Mie Ene 25, 2006 7:05 pm Asunto:
Enciclica del Santo Padre
Tema: Enciclica del Santo Padre |
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Por favor alguien puede comentar algo de la primera Enciclica del Santo Padre.
Sé que se trata del AMOR.
Gracias anticipadas _________________ Esther Filomena |
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Carlos Henriquez Asiduo
Registrado: 05 Oct 2005 Mensajes: 380
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Publicado:
Mie Ene 25, 2006 7:47 pm Asunto:
Re: Enciclica del Santo Padre
Tema: Enciclica del Santo Padre |
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Esther Filomena escribió: | Por favor alguien puede comentar algo de la primera Enciclica del Santo Padre.
Sé que se trata del AMOR.
Gracias anticipadas |
En este aporte aca en temas controvertidos esta la direccion para que la leas o bajes "En medio de tanto cosas negativas en el mundo de hoy" |
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Tenamaxtli Veterano
Registrado: 03 Oct 2005 Mensajes: 1127 Ubicación: México - Anahuak
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Publicado:
Mie Ene 25, 2006 8:08 pm Asunto:
Re: Enciclica del Santo Padre
Tema: Enciclica del Santo Padre |
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Esther Filomena escribió: | Por favor alguien puede comentar algo de la primera Enciclica del Santo Padre.
Sé que se trata del AMOR.
Gracias anticipadas |
AP) - CIUDAD DEL VATICANO (AP) _ El papa Benedicto XVI dijo el miércoles en su primera encíclica que la Iglesia católica no desea gobernar los estados, aunque al mismo tiempo no puede permanecer silenciosa en la vida política porque sus obras caridad son necesarias para aliviar el sufrimiento en todo el mundo.
En el documento "Dios es amor", Benedicto explora la relación entre el amor divino hacia la humanidad y las obras de caridad de la Iglesia, afirmando que ambas están intrínsecamente ligadas y son el fundamento de la fe cristiana.
La encíclica de 71 páginas ilustra el empeño del Papa de origen alemán de regresar a los principios básicos del cristianismo con una meditación sobre el amor divino y la necesidad de ampliar las obras de caridad en un mundo injusto.
Incluso los funcionarios del Vaticano mostraron cierta sorpresa ante el tópico, especialmente porque Benedicto era el vigilante vaticano de la doctrina cristiana y podría haber encarado temas más complejos como la bioética en su primer documento papal.
Benedicto afirma en la encíclica que el amparo prestado por la Iglesia a las viudas, los enfermos y los huérfanos es tan parte fundamental de su misión pastoral como el oficio de los sacramentos y la difusión del Evangelio. Sin embargo, insistió que los que trabajan en las obras de caridad eclesiásticas nunca deben usar su tarea para hacer proselitismo ni impulsar una ideología política determinada.
"El amor es libre; no es practicado como forma de lograr otros objetivos", escribió el Santo Padre.
"Los que practican la caridad en nombre de la Iglesia nunca intentarán imponer a otros la fe de la Iglesia. Comprender que un amor puro y generoso es el mejor testigo del Dios en el que creemos y por el cual somos impulsados al amor", insistió el sucesor de Pedro.
No obstante, indicó que los que trabajas en las organizaciones de caridad de la Iglesia deben estar inspirados por la fe y el amor a Dios y no solamente por el deseo de hacer un mundo mejor _ idea resaltada en una conferencia de prensa por el arzobispo Josef Cordes, que dirige el organismo vaticano de caridad Cor Unum.
"Sin un cimiento teológico sólido, los grandes organismos de la Iglesia podrían verse amenazados en la práctica al desentenderse de la Iglesia y relajar sus lazos con los obispos", afirmó Cordes. "Podría preferir identificarse como organizaciones no gubernamentales", como la Cruz Roja o las Naciones Unidas. _________________ Una Nueva Sociedad, cimentada en los valores del Espìritu: Esto es Sinarquismo! |
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Tenamaxtli Veterano
Registrado: 03 Oct 2005 Mensajes: 1127 Ubicación: México - Anahuak
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Publicado:
Mie Ene 25, 2006 8:09 pm Asunto:
en italiano
Tema: Enciclica del Santo Padre |
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No hallo la traduccion al español.
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SINTESI DELLA PRIMA ENCICLICA DI PAPA BENEDETTO XVI "DEUS CARITAS EST" SULL’AMORE CRISTIANO , 25.01.2006
SINTESI DELLA PRIMA ENCICLICA DI PAPA BENEDETTO XVI "DEUS CARITAS EST" SULL’AMORE CRISTIANO
«Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui» (1 Gv 4,16). Queste parole, con cui inizia l’Enciclica, esprimono il centro della fede cristiana. In un mondo nel quale al nome di Dio a volte viene collegata la vendetta o perfino l’odio e la violenza, il messaggio cristiano del Dio Amore è di grande attualità.
L’Enciclica è articolata in due grandi parti. La prima offre una riflessione teologico-filosofica sull’«amore» nelle sue diverse dimensioni – eros, philia, agape – precisando alcuni dati essenziali dell’amore di Dio per l’uomo e dell’intrinseco legame che tale amore ha con quello umano. La seconda parte tratta dell’esercizio concreto del comandamento dell’amore verso il prossimo.
Prima parte
Il termine «amore», una delle parole più usate ed anche abusate nel mondo d’oggi, possiede un vasto campo semantico. Nella molteplicità di significati, però, emerge come archetipo di amore per eccellenza quello tra uomo e donna, che nell’antica Grecia era qualificato col nome di eros. Nella Bibbia, e soprattutto nel Nuovo Testamento, il concetto di «amore» viene approfondito – uno sviluppo che si esprime nella messa ai margini della parola eros in favore del termine agape per esprimere un amore oblativo. Questa nuova visione dell’amore, una novità essenziale del cristianesimo, non di rado è stata valutata in modo assolutamente negativo come rifiuto dell’eros e della corporeità. Anche se tendenze di tal genere ci sono state, il senso di questo approfondimento è un altro. L’eros, posto nella natura dell’uomo dal suo stesso Creatore, ha bisogno di disciplina, di purificazione e di maturazione per non perdere la sua dignità originaria e non degradare a puro «sesso», diventando una merce. La fede cristiana ha sempre considerato l’uomo come essere nel quale spirito e materia si compenetrano a vicenda, traendo da ciò una nuova nobiltà. La sfida dell’eros può dirsi superata quando nell’uomo corpo e anima si ritrovano in perfetta armonia. Allora l’amore diventa, sì, «estasi», però estasi non nel senso di un momento di ebbrezza passeggera, ma come esodo permanente dall’io chiuso in se stesso verso la sua liberazione nel dono di sé, e proprio così verso il ritrovamento di sé, anzi verso la scoperta di Dio: in questo modo l’eros può sollevare l’essere umano «in estasi» verso il Divino. In definitiva, eros e agape esigono di non essere mai separati completamente l’uno dall’altra, anzi quanto più ambedue, pur in dimensioni diverse, trovano il loro giusto equilibrio, tanto più si realizza la vera natura dell’amore. Anche se l’eros inizialmente è soprattutto desiderio, nell’avvicinarsi poi all’altra persona si porrà sempre meno domande su di sé, cercherà sempre più la felicità dell’altro, si donerà e desidererà «esserci per» l’altro: così si inserisce in esso e si afferma il momento dell’agape.
In Gesù Cristo, che è l’amore incarnato di Dio, l’eros-agape raggiunge la sua forma più radicale. Nella morte in croce, Gesù, donandosi per rialzare e salvare l’uomo, esprime l’amore nella forma più sublime. A questo atto di offerta Gesù ha assicurato una presenza duratura attraverso l’istituzione dell’Eucaristia, in cui sotto le specie del pane e del vino dona se stesso come nuova manna che ci unisce a Lui. Partecipando all’Eucaristia, anche noi veniamo coinvolti nella dinamica della sua donazione. Ci uniamo a Lui e allo stesso tempo ci uniamo a tutti gli altri ai quali Egli si dona; diventiamo così tutti «un solo corpo». In tal modo amore per Dio e amore per il prossimo sono veramente fusi insieme. Il duplice comandamento, grazie a questo incontro con l’agape di Dio, non è più soltanto esigenza: l’amore può essere «comandato» perché prima è donato.
Seconda parte
L’amore del prossimo radicato nell’amore di Dio, oltre che compito per ogni singolo fedele, lo è anche per l’intera comunità ecclesiale, che nella sua attività caritativa deve rispecchiare l’amore trinitario. La coscienza di tale compito ha avuto rilevanza costitutiva nella Chiesa fin dai suoi inizi (cfr At 2, 44-45) e ben presto si è manifestata anche la necessità di una certa organizzazione quale presupposto per un suo più efficace adempimento. Così nella struttura fondamentale della Chiesa emerse la «diaconia» come servizio dell’amore verso il prossimo esercitato comunitariamente e in modo ordinato – un servizio concreto, ma al contempo anche spirituale (cfr At 6, 1-6). Con il progressivo diffondersi della Chiesa, questo esercizio della carità si confermò come uno dei suoi ambiti essenziali. L’intima natura della Chiesa si esprime così in un triplice compito: annuncio della Parola di Dio (kerygma-martyria), celebrazione dei Sacramenti (leiturgia), servizio della carità (diakonia). Sono compiti che si presuppongono a vicenda e non possono essere separati l’uno dall’altro.
Fin dal secolo XIX, contro l’attività caritativa della Chiesa è stata sollevata un’obiezione fondamentale: essa sarebbe in contrapposizione – s’è detto – con la giustizia e finirebbe per agire come sistema di conservazione dello status quo. Con il compimento di singole opere di carità la Chiesa favorirebbe il mantenimento del sistema ingiusto in atto rendendolo in qualche sopportabile e frenando così la ribellione e il potenziale rivolgimento verso un mondo migliore. In questo senso il marxismo aveva indicato nella rivoluzione mondiale e nella sua preparazione la panacea per la problematica sociale – un sogno che nel frattempo è svanito. Il magistero pontificio, a cominciare con l’Enciclica Rerum novarum di Leone XIII (1891) fino alla trilogia di Encicliche sociali di Giovanni Paolo II (Laborem exercens [1981], Sollicitudo rei socialis [1987], Centesimus annus [1991]) ha affrontato con crescente insistenza la questione sociale, e nel confronto con situazioni problematiche sempre nuove ha sviluppato una dottrina sociale molto articolata, che propone orientamenti validi ben al di là dei confini della Chiesa.
La creazione, tuttavia, di un giusto ordine della società e dello Stato è compito centrale della politica, quindi non può essere incarico immediato della Chiesa. La dottrina sociale cattolica non vuole conferire alla Chiesa un potere sullo Stato, ma semplicemente purificare ed illuminare la ragione, offrendo il proprio contributo alla formazione delle coscienze, affinché le vere esigenze della giustizia possano essere percepite, riconosciute e poi anche realizzate. Tuttavia non c’è nessun ordinamento statale che, per quanto giusto, possa rendere superfluo il servizio dell’amore. Lo Stato che vuole provvedere a tutto diventa in definitiva un’istanza burocratica che non può assicurare il contributo essenziale di cui l’uomo sofferente – ogni uomo – ha bisogno: l’amorevole dedizione personale. Chi vuole sbarazzarsi dell’amore si dispone a sbarazzarsi dell’uomo in quanto uomo.
Nei nostri tempi, un positivo effetto collaterale della globalizzazione si manifesta nel fatto che la sollecitudine per il prossimo, superando i confini delle comunità nazionali, tende ad allargare i suoi orizzonti al mondo intero. Le strutture dello Stato e le associazioni umanitarie assecondano in vari modi la solidarietà espressa dalla società civile: si sono così formate molteplici organizzazioni con scopi caritativi e filantropici. Anche nella Chiesa cattolica e in altre Comunità ecclesiali sono sorte nuove forme di attività caritativa. Tra tutte queste istanze è auspicabile che si stabilisca una collaborazione fruttuosa. Naturalmente è importante che l’attività caritativa della Chiesa non perda la propria identità dissolvendosi nella comune organizzazione assistenziale e diventandone una semplice variante, ma mantenga tutto lo splendore dell’essenza della carità cristiana ed ecclesiale. Perciò:
- L’attività caritativa cristiana, oltre che sulla competenza professionale, deve basarsi sull’esperienza di un incontro personale con Cristo, il cui amore ha toccato il cuore del credente suscitando in lui l’amore per il prossimo.
- L’attività caritativa cristiana deve essere indipendente da partiti ed ideologie. Il programma del cristiano – il programma del buon Samaritano, il programma di Gesù – è «un cuore che vede». Questo cuore vede dove c’è bisogno di amore e agisce in modo conseguente.
- L’attività caritativa cristiana, inoltre, non deve essere un mezzo in funzione di ciò che oggi viene indicato come proselitismo. L’amore è gratuito; non viene esercitato per raggiungere altri scopi. Ma questo non significa che l’azione caritativa debba, per così dire, lasciare Dio e Cristo da parte. Il cristiano sa quando è tempo di parlare di Dio e quando è giusto tacere di Lui e lasciar parlare solamente l’amore. L’inno alla carità di San Paolo (cfr 1 Cor 13) deve essere la Magna Carta dell’intero servizio ecclesiale per proteggerlo dal rischio di degradare in puro attivismo.
In questo contesto, e di fronte all’incombente secolarismo che può condizionare anche molti cristiani impegnati nel lavoro caritativo, bisogna riaffermare l’importanza della preghiera. Il contatto vivo con Cristo evita che l’esperienza della smisuratezza del bisogno e dei limiti del proprio operare possano, da un lato, spingere l’operatore nell’ideologia che pretende di fare ora quello che Dio, a quanto pare, non consegue o, dall’altro lato, diventare tentazione a cedere all’inerzia e alla rassegnazione. Chi prega non spreca il suo tempo, anche se la situazione sembra spingere unicamente all’azione, né pretende di cambiare o di correggere i piani di Dio, ma cerca – sull’esempio di Maria e dei Santi – di attingere in Dio la luce e la forza dell’amore che vince ogni oscurità ed egoismo presenti nel mondo.
[00116-01.02] [Testo originale: Italiano]
[B0042-XX.01] _________________ Una Nueva Sociedad, cimentada en los valores del Espìritu: Esto es Sinarquismo! |
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Carlos Henriquez Asiduo
Registrado: 05 Oct 2005 Mensajes: 380
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Esenio Esporádico
Registrado: 28 Dic 2005 Mensajes: 40
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Publicado:
Mie Ene 25, 2006 8:40 pm Asunto:
Tema: Enciclica del Santo Padre |
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No solo prestéis atención a la encíclica de hoy, vale mucho la pena leer los escritos de Benedicto XVI antes de ser papa. Es realmente brillante, y al mismo tiempo muy personal y muy ameno. Nada de los ladrillazos teológicos ilegibles de muchos teólogos alemanes. Os aseguro que os sorprendereis de cómo la teología puede ser algo tan aplicable a nuestra experiencia religiosa personal. Buscad por internet y ya veréis. Juan Pablo II era más místico, pero Benedicto XVI se centra en la vivencia humana de la fe. |
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Carlos Henriquez Asiduo
Registrado: 05 Oct 2005 Mensajes: 380
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Publicado:
Mie Ene 25, 2006 8:57 pm Asunto:
Tema: Enciclica del Santo Padre |
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Esenio escribió: | No solo prestéis atención a la encíclica de hoy, vale mucho la pena leer los escritos de Benedicto XVI antes de ser papa. Es realmente brillante, y al mismo tiempo muy personal y muy ameno. Nada de los ladrillazos teológicos ilegibles de muchos teólogos alemanes. Os aseguro que os sorprendereis de cómo la teología puede ser algo tan aplicable a nuestra experiencia religiosa personal. Buscad por internet y ya veréis. Juan Pablo II era más místico, pero Benedicto XVI se centra en la vivencia humana de la fe. |
Tienes razon tambien he leido parte de La Introduccion al Cristianismo, y unas reflexiones sobre las tentaciones de Jesús y coincido contigo es brillante. |
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Carlos Henriquez Asiduo
Registrado: 05 Oct 2005 Mensajes: 380
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Publicado:
Mie Ene 25, 2006 8:58 pm Asunto:
Tema: Enciclica del Santo Padre |
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Carlos Henriquez escribió: | Esenio escribió: | No solo prestéis atención a la encíclica de hoy, vale mucho la pena leer los escritos de Benedicto XVI antes de ser papa. Es realmente brillante, y al mismo tiempo muy personal y muy ameno. Nada de los ladrillazos teológicos ilegibles de muchos teólogos alemanes. Os aseguro que os sorprendereis de cómo la teología puede ser algo tan aplicable a nuestra experiencia religiosa personal. Buscad por internet y ya veréis. Juan Pablo II era más místico, pero Benedicto XVI se centra en la vivencia humana de la fe. |
Tienes razon tambien he leido parte de La Introduccion al Cristianismo, y unas reflexiones sobre las tentaciones de Jesús y coincido contigo es brillante. |
Quiza por eso me vi motivado a enviar a algunos amigos una copia de esta enciclica, que la empezare a leer hoy por la noche |
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Catholic.net Staff de Catholic.net
Registrado: 23 Sep 2005 Mensajes: 1144
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Publicado:
Mie Ene 25, 2006 9:04 pm Asunto:
La encíclica está en la front page de Catholic.net
Tema: Enciclica del Santo Padre |
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Es una joya. Ahí pueden leerla, descargarla en pdf, enviarla a un amigo o descargarla en la palm.
CARTA ENCÍCLICA DEUS CARITAS EST
DEL SUMO PONTÍFICE BENEDICTO XVI
http://www.es.catholic.net/sacerdotes/237/2477/articulo.php?id=27541 _________________ Catholic.net |
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Pablo Torres Veterano
Registrado: 03 Oct 2005 Mensajes: 2873 Ubicación: Guadalajara, Jalisco, México
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Publicado:
Mie Ene 25, 2006 9:08 pm Asunto:
¿Y si la comentamos?
Tema: Enciclica del Santo Padre |
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Digo, está escrito que el amor de muchos se enfriará, es una buena onda aprender del Magisterio para que eso no suceda ¿no? _________________ Dios nos bendiga a todos. |
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llazcano13 Moderador

Registrado: 03 Oct 2005 Mensajes: 2541
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Publicado:
Mie Ene 25, 2006 9:59 pm Asunto:
Tema: Enciclica del Santo Padre |
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No saben que alegría me da leer noticias como esta, en que los que normalmente son indiferentes a lo que publica el Papa, den este tipo de comentarios.
Una hermosa señal de esperanza, indudablemente.
Cita: | Primera encíclica de Benedicto XVI refleja coherencia: Analista
Coherencia interna es lo que refleja la primera encíclica del papa Benedicto XVI, opinó Jorge Traslosheros, investigador de la UNAM y del Tecnológico de Monterrey. A nueve meses de que Benedicto XVI asumiera el lugar que dejó Juan Pablo II se pueden observar, dijo el analista, dos movimientos claves. En primer lugar, según Raslosheros, el Papa está ‘recentando’ a toda la iglesia en su fuente mística y teológica, que es la eucaristía, la presencia viva de Jesús resucitado. A partir de esta acción está invitando a toda la iglesia a una participación muy activa en la vía pública, hay que recordar que parte de la agenda del Papa es la reevangelización de Europa, dijo el experto en temas religiosos. El segundo punto que realiza con empeño y discreción es la disciplina. Para Benedicto XVI es importante que todos los agentes de la iglesia se ajusten a la rectitud en su conducta acordé con los valores cristianos, precisó el académico. En este punto está centrando el mensaje y está tomando acciones con miras a reformar el interior de los cuerpos de la iglesia. "La Iglesia católica no desea gobernar los estados ni a nadie, pero la Iglesia tiene que cumplir una misión en la vida personal y en la vida colectiva, así es que no se va a quedar callada". Aquí en México, los actores políticos se reúnen con los candidatos y nadie se escandaliza. La iglesia es un actor más de la sociedad civil y seguirá opinando. La iglesia ha dejado muy claro que no les interesa el poder político ni el del estado, pero sí habla fuerte y claro cuando deben hacerlo, concluyó el analista |
_________________
El día de la Asunción del año 1583, al recibir la sagrada comunión en la iglesia de los padres jesuitas, de Madrid, oyó una voz que le decía: «Luis, ingresa en la Compañía de Jesús» |
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Carlos Pacahuala Asiduo
Registrado: 02 Oct 2005 Mensajes: 110 Ubicación: Lima - PERÚ
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Publicado:
Sab Ene 28, 2006 4:01 pm Asunto:
Tema: Enciclica del Santo Padre |
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Tenamaxtli
Si quieres una síntesis de la encíclica la puedes encontar en la página del Opus Dei.
www.opusdei.org _________________ Amemos la Verdad y Defendamos la Vida |
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Inés Constante
Registrado: 12 Nov 2005 Mensajes: 702
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Publicado:
Lun Ene 30, 2006 1:30 pm Asunto:
Re: La encíclica está en la front page de Catholic.net
Tema: Enciclica del Santo Padre |
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De la Introducción me quedo con dos afirmaciones:
"No se comienza a ser cristiano por una decisión ética o una gran idea, sino por el encuentro con un acontecimiento, con una Persona, que da un nuevo horizonte a la vida y, con ello, una orientación decisiva..."
"...Y, puesto que es Dios quien nos ha amado primero (cf. 1 Jn 4, 10), ahora el amor ya no es sólo un « mandamiento », sino la respuesta al don del amor, con el cual viene a nuestro encuentro."
Eso significa que no podemos amar como si fuera por decreto sino que primero somos amados y descubrimos hasta que extremo y luego nos quedamos en ese darnos al otro por efecto de ese Amor primero. Es una obligación filial no una orden del gobierno.
Meditabamos esto en el grupo de oración del rosario por la unidad de los cristianos de la Verdadera Vida en Dios, que los que hemos tenido ese Encuentro con el Señor ya de grandes hemos advertido dramáticamente cuanto nos ama el Señor aún con nuestros pecados, aun en el caso de que estos fueran realmente horribles a los ojos de Dios.
Pero hay quienes no han tenido ese encuentro en esa forma, digamos drámatica, y por ahí no siempre lo advierten. Como me decía uno de mis hermanos del grupo de oración: "estoy en desventaja con ustedes porque siempre fui un chico bueno". Pero es lo mismo. Porque uno es un "chico bueno" porque el Señor lo ha amado tanto que lo ha preservado de no serlo, salvando las distancias, a la manera de la salvación por preservación del pecado en Mamá María. Pero en suma el amor que todos brindamos tiene el mismo origen que es Dios mismo.
Bendiciones. Inés _________________ "Pide la gracia de la compunción. Por el acto de compunción, el alma es conducida a una verdadera metanoia".
<Pagar el mal con el bien> |
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brianzola Asiduo
Registrado: 03 Oct 2005 Mensajes: 134
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Publicado:
Mar Ene 31, 2006 2:04 am Asunto:
Tema: Enciclica del Santo Padre |
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aciprensa.com la publico ya la pueden leer en este sito |
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